1. Lorenza, quando hai deciso che "scrivere" sarebbe stato il tuo mestiere?
A ventisette anni, quando non ho più avuto paura di dirlo. È stato un vero e proprio coming out. C’è una domanda diabolica che la gente ama fare soprattutto ai giovani: “Cosa vuoi fare nella vita?”.
Quando riuscii finalmente a rispondere: “Scrivere”, senza temere i sorrisi ironici di chi non lo considera un mestiere, ho capito che il mio era un sogno che potevo realizzare. Ha sempre abitato in me fin da quando ero piccola.
2. Cosa ti regala la scrittura? Ti aiuta anche nel tuo quotidiano?
Scrivere romanzi mi permette di domare i miei mostri. Il foglio bianco diventa un territorio neutro in cui le mie moltitudini possono confrontarsi senza spargimento di sangue.
La scrittura non regala, restituisce quel che la vita toglie, e mai nella stessa forma e neppure nella stessa misura. La scrittura va agita.
3. Quali consigli ti senti di dare a chi vuole avvicinarsi all'arte dello scrivere?
L’autoreferenzialità è nemica. Per scrivere una storia in grado di coinvolgere le persone occorre conoscere le proprie ferite e i propri lati oscuri, non subirne il fascino. Occorre sincerità e spietatezza.
Anche l’umiltà è imprescindibile. Ognuno porta dentro di sé storie pazzesche, ma per scriverle ci vuole mestiere.
Vi ricordiamo che Lorenza Ghinelli terrà per la Scuola d'Arti e Mestieri "Tecniche di narrazione" corso di approccio alla scrittura narrativa, per i dettagli clicca qui.